Nel
1930 l'attore Mei Lanfang (1894 –
1961) si esibisce negli Stati Uniti nel ruolo per cui è famoso,
quello della Dan,
ovvero il ruolo femminile del Jīngjù.
Le cronache dell'epoca, sbalordite da questa forma di teatro
culturalmente così lontana e affascinante, decretano che con la sua
esibizione Mei Lanfang ha colmato le distanze tra Oriente e
Occidente, dove il Jīngjù viene chiamato Opera di Pechino, per far
riferimento ad una forma d'arte spettacolare tradizionale che, come
la nostra opera lirica, unisce canto e recitazione.
Convenzionalmente
le origini del Jīngjù vengono fatte risalire al 1790, quando
quattro grandi compagnie provenienti dalla provincia di Anhui
arrivarono a Pechino e, influenzate da altre compagnie provenienti
negli anni avvenire dalla regione di Hubei, fondarono i presupposti
per un nuovo teatro tradizionale, che sostanzialmente si definisce
nell'unione tra varie forme teatrali e performative più antiche. A
metà del XIX secolo il Jīngjù è lo spettacolo più
celebre in tutta la Cina, e raggiunge la sua forma definitiva. Le
rappresentazioni possono avere due argomenti o trame: ci sono le
storie private, d'amore e di intrigo, e le storie a sfondo militare,
con battaglie e grandi guerrieri.
I ruoli nell'Opera di Pechino
Come
per gran parte del teatro orientale più che di personaggi si può
parlare di "tipi", o più semplicemente "ruoli",
riconoscibili dal pubblico dal costume e dal trucco, entrambi
convenzionali.
Le
distinzioni principali sono fatte in base al sesso e, soprattutto,
all'estrazione sociale del ruolo interpretato e al suo orientamento,
buono o malvagio.
Quattro
sono i ruoli principali:
Sheng:
Ruolo maschile, suddiviso in laosheng
(solenne e anziano), wusheng
(il guerriero) e xiaosheng
(il giovane).
Da
sinistra: laosheng, xiaosheng
e wusheng
|
Dan:
Ruolo femminile, inizialmente interpretato unicamente da attori maschili, suddiviso in laodan
(solenne e anziana), wudan
(la guerriera), daomadan
(la giovane guerriera), qingyi
(virtuosa e nobile) e huadan
(estroversa e nubile).
Da
sinistra: laodan,
wudan, qingyi
e huadan
|
Jing:
Personaggio dal volto dipinto, può interpretare parti secondarie o
primarie, dal carattere irascibile. Esistono circa 15 principali tipi
di trucco (Lianpu)
per il Jing, con molte varianti.
Chou:
Ruolo
comico e clownesco, solitamente personaggio di bassa estrazione
sociale.
A sinistra: Jing. A destra: Chou |
I costumi
La
messinscena dell'Opera di Pechino esclude la fedeltà al contesto
storico e geografico, e risponde a tre criteri principali: sintesi,
stilizzazione
e convenzione
(Bonds,
2008, pp.28-29). La sintesi indica la compresenza di esibizioni di
danza e di canto da parte degli interpreti, la stilizzazione alla
resa estetica e spettacolare dei comportamenti umani nel quotidiano,
la convenzione ai codici stereotipati e standardizzati che consentono
una comunicazione immediata, visiva e non verbale, tra interpreti e
spettatori.
I
costumi, chiamati sol termine generico di Xingtou,
sono suddivisi i quattro categorie principali:
Mang, Pie, Kao
e Toukui.
I
personaggi che rappresentano membri della famiglia imperiale o figure
di alto rango indossano il Mang,
un abito lungo con aperture ai lati che fanno ondeggiare l'abito ad
ogni movimento dell'attore, e su cui è ricamato un dragone con
diversi dettagli e caratteristiche a seconda del personaggio.
Il
Pie è invece
un abito informale, meno elaborato, a volte decorato con fiori e
altre fantasie oppure a "tinta unita", riservato ad
aristocratici oppure a personaggi mediamente importanti, e
solitamente indossato in contesti e ambientazioni domestici.
Per
le scene di battaglia i guerrieri (maschili e femminili) e i militari
indossano il Kao,
un'armatura molto decorata; le quattro bandiere sono un riferimento
alla preparazione del combattimento, e in passato rendevano nota al
pubblico la fazione di appartenenza del personaggio. Le wudan indossano kao
più elaborati e colorati, con una mantellina molto decorata
detta "scialle di nuvole".
I
famosi e splendidi copricapo dell'Opera di Pechino (o Toukui)
sono accessori che determinano l'importanza del personaggio: più il
Toukui (dagli elmi, ai
cappelli, alle corone) è alto e ricco, più alto è il rango di chi
lo indossa. I dettagli, come le cascate di perle o le piume, possono
essere mosse dall'attore in modo da accentuare la mimica facciale e
le emozioni; ad esempio: il guerriero può muovere la testa e le
piume del suo copricapo per manifestare il suo sentimento di rabbia ed
energia.
I
costumi che non hanno una connotazione particolare sono chiamati
semplicemente "yi"
("abito").
Mang
per il ruolo di un militare con dragone, che simboleggia la forza e
la bravura in guerra. Fonte: https://iopera.wordpress.com/
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Pie
per alti funzionari e le loro
mogli, indossato in contesti domestici.La gru ricamata è simbolo di
saggezza e longevità. Fonte: https://iopera.wordpress.com/
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Wusheng e wudan che indossano il Kao
completo di bandiere e Toukui
con piume di fagiano. Fonte: http://www.chinaopera.net/
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Toukui
in seta e perle riservato alle imperatrici, alle concubine o alle
nobildonne in scene importanti. Fonte: https://iopera.wordpress.com/
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Nei
costumi dell'Opera di Pechino vengono utilizzati dieci colori dal
valore simbolico, i cosiddetti shang wu se,
ovvero i"primari" (giallo, rosso, verde, bianco e nero) e
gli xia wu se,
o “secondari” (blu, viola, rosa, blu chiaro e marrone chiaro).
I colori primari sono legati ai cinque
elementi della tradizione: acqua (nero), terra (giallo), fuoco
(rosso), legno (blu e verde) e metallo (bianco). Ecco a quali
personaggi sono riservati:
- Giallo: Imperatore, membri della famiglia imperiale
- Rosso: Nobili, comandanti dell'esercito
- Verde: Generali e politici
- Bianco: Personaggi giovani
-
Bibliografia e sitografia di riferimento
Bonds, Alexandra B., Beijing opera costumes. The visual communication of character and culture, Honolulu, University of Hawaiʻi Press, 2008
Azzaroni G., Tibet, Cina, Mongolia, Corea, vol. III, in Id. Teatro in Asia, Bologna, CLUEB 1998Claudia Fasano