La carriera di Eiko
Ishioka, costumista visionaria scomparsa nel 2012, comincia
ufficialmente come graphic designer nell'ambiente pubblicitario. Dopo
la laurea alla Tokyo University lavora per la Shiseido nel
1961 e per la catena di grandi magazzini Parco negli anni '70, e
contrasta, con il suo talento e la sua tenacia, lo stereotipo secondo
cui il mondo della pubblicità, soprattutto in Giappone, è un mondo
solo per uomini, in cui non solo l'artista trova il suo posto, ma
ottiene anche successo ed apprezzamento.
Eiko Ishioka afferma così
le sue straordinarie capacità creative in una cultura, quella
giapponese, che possiede già una secolare tradizione di arti
perfomative (come il noh ed il kabuki) estremamente legata
all'aspetto visuale, e in un paese che si sta aprendo alla realtà
globale con la tecnologia.
Nel 1985 arriva il primo
ingaggio nel cinema con Mishima: A Life in Four Chapters, per
il quale il regista Paul Schrader le affida il ruolo di art director.
Nel 1988 è il turno del teatro, dove Eiko disegna scenografia e
costumi per il debutto a Broadway di M. Butterfly di David
Henry Hwang, e in cui l'artista dimostra di saper fondere abilmente
la cultura orientale e quella occidentale attraverso il medium
dell'abito e nelle scenografie astratte, tinte di un vibrante rosso
(che diventa un tratto distintivo della sua produzione e del suo
stile).
Il risultato sono due
nomination per il Tony Award e un premio per il contributo artistico
al Festival di Cannes.
Il rapporto con il cinema
continua con Dracula di Bram Stoker
(1992) di Francis Ford Coppola. Il regista decide di investire
moltissimo nella produzione dei costumi, definendoli una parte
fondamentale per la caratterizzazione della storia e dei personaggi.
Qui Eiko scardina ogni chiché della rappresentazione del Principe
delle Tenebre (nel film interpretato da Gary Oldman), trasformandolo
in una creatura androgina, apparentemente senza età, eccentrico
quanto inquietante. L'attenzione alla filologia storica dell'abito è
tralasciata in favore di una mirata reinvenzione, in favore del
surreale, del simbolismo, dell'incubo.
Con
The Cell (2000) e il
successivo The Fall
(2006) Eiko Ishioka firma il suo sodalizio con il regista Tarsem
Singh, che continuerà fino alla morte della costumista. Questi due
film, incentrati su una "realtà doppia", fanno del costume
e della scenografia il loro cavallo di battaglia: niente come gli
abiti indossati dai personaggi riesce a definire l'atmosfera del
sogno, dell'allucinazione e della fantasia. Così in The
Fall, mentre giace in un letto
di ospedale Roy Walker (Lee Pace) ha una semplice camicia da notte,
ma nel mondo da egli stesso creato per la piccola Alexandra è il
Bandito Mascherato, un eroe in un fantasioso costume da torero. E
Catherine Deane (Jennifer Lopez), l'assistente sociale in The
Cell che "viaggia"
all'interno della mente del killer Carl Stargher, si ritrova
catapultata in abiti rigidi e sensuali, fatti di collari e maschere
dal sapore quasi fetish.
I lavori di Eiko Ishioka
si muovono fra sensualità esotica e crudeltà selvaggia, quasi
grottesca.
Il candido abito nuziale con la cascata abbagliante di perline di
Sorella Evelyn in The
Fall,
il vestito di piume bianche di Catherine Deane in The
Cell,
le fulgide armature degli dèi in Immortals
(2011), contrastano con le corazze pesanti e quasi caricaturali
dell'esercito del Governatore Odious e di quelle delle milizie del re
Iperione o dei Titani imprigionati, o la stessa armatura rossa con
rilievi simili a muscoli di Vlad Tepes in Dracula.
Il mondo che crea Eiko Ishioka è un mondo brutale, in cui pesanti
elmi privano gli individui della loro umanità e li condannano ad
essere carnefici o schiavi, in un'atmosfera di violenza e sadismo.
Per contrasto c'è invece un mondo di elegante bellezza,
rappresentato dalle eroine, dagli eroi, dalla salvezza.
Altro
tratto distintivo della produzione di Eiko è la continua ricerca e
la reinvenzione degli abiti tradizionali dell'Oriente, un Oriente
sconfinato, composto da migliaia di sfaccettature ed influenze
culturali. Il variopinto abito in stile cinese con il copricapo a
ventagli di Sorella Evelyn, le ampie gonne dei dervisci nella loro
danza mistica, l'abito verde brillante dell'Indiano in The
Fall,
ed i veli rossi delle sacerdotesse dell'oracolo in Immortals,
che ricordano abiti tradizionali dell'Afghanistan o dell'Iran, tutto
contribuisce a creare un'atmosfera in costante ricerca di un esotico
dall'estetica inebriante e piena. Gli scenari mozzafiato e le
architetture di famose città e monumenti non fungono solamente da
sfondo ma contribuiscono a dare ancora più forza ai personaggi nel
loro costumi: le piramidi di Giza in Egitto, la Grande Muraglia, le
valli del Ladakh, Jodhpur (la "città blu"), Jaipur, Praga,
Roma: tutto è forma e colore nella visione di Eiko.
La
nomination all'Oscar per i migliori costumi arriverà postuma, nel
2013, per il film Biancaneve.
Qui Eiko Ishioka dà vita insieme al regista un mondo fiabesco ma
anche ironico, esagerato. La Regina Cattiva, interpretata da una
divertente e caustica Julia Roberts, si muove in ampi abiti dal
taglio tardo cinquecentesco, dai colori accesi, con gorgiere dalle
dimensioni volutamente eccessive e ingombranti sottostrutture: la
malvagità del personaggio si misura con la sferzante, ridicola,
quasi ingombrante esagerazione con cui si presenta al pubblico, e con
cui afferma il proprio potere.
Eiko
Ishioka ha anche diretto il video di Björk "Cocoon" nel
2002, in cui la costumista ricrea l'estetica del butoh, e ha
disegnato gli abiti di scena per la cantante Grace Jones nel suo tour
del 2009, oltre ai costumi per il Cirque du Soleil nel 2002.
Muore
a Tokyo per un tumore al pancreas, nel gennaio 2012.
Claudia Fasano
Claudia Fasano
Nessun commento:
Posta un commento